Finestre di veglia bambini
Si regolano autonomamente. Le finestre di veglia dei bambini sono i momenti che i piccoli trascorrono svegli. Noi genitori non dobbiamo modificare le loro abitudini, spesso sbagliamo. “Alla nascita il bambino ha ancora il ritmo fetale, dorme a lungo, già a tre mesi avrà nel suo corpo il livello di melatonina di un adulto”, chiarisce a Fanpage il dottor Oliviero Bruni.
Esperto in medicina del sonno e neuropsichiatra infantile azienda Ospedaliera Sant’Andrea all’Università Sapienza di Roma, chiarisce: “Le finestre di veglia sono un termine che è stato coniato per definire il ritmo circadiano del bambino, che cambia con la crescita. Il bambino, soprattutto nel primo mese di vita mantiene il ritmo della vita fetale, il basic rest activity cycle. Esattamente come quando è nella pancia della mamma, per il primo mese di vita il bimbo ha 3-4 ore di immobilità che possiamo definire sonno, e un periodo che varia da 30 minuti ad un’ora di attività”.
“Dal primo al terzo mese di vita cambiano i ritmi sonno-veglia del bambino, perché il suo corpo inizia a produrre autonomamente la melatonina, che poi si stabilizza, raggiungendo i livelli che ha nell’adulto”, dice l’esperto. “In questo periodo si strutturano le fasi del sonno. E diventano relativamente simili a quelle dell’adulto. Le finestre di veglia si allungano naturalmente, passando da trenta minuti a novanta minuti”, precisa ancora..
Le ore di sonno di tutti i bambini non sono uguali ovviamente. “Sicuramente con la crescita le finestre di veglia si allungano. Nel senso che le ore di veglia aumentano nelle ore diurne e diminuiscono in quelle notturne, consentendo al bambino di avere un sonno più continuativo”, dice Bruni. I genitori devono rispettare le finestre di veglia dei loro bambini in funzione dei sonnellini: “Se un bambino non dorme o salta un sonnellino, la sua finestra di veglia si allunga. E saltando il sonno del pomeriggio può essere più irritabile e nervoso. E di conseguenza avere un sonno instabile e alterato anche nel corso della notte”.
“Le finestre di veglia si allungano attorno ai sei mesi. Quando il sonno viene portato nelle ore notturne, diventando molto più continuativo da lì in avanti. Successivamente attorno ad un anno di età iniziano a instaurarsi i sonnellini diurni per i bambin. Uno mattutino e uno pomeridiano. Con la crescita si manterrà solo quello del pomeriggio. A mio avviso un concetto che non esiste sono i power nap, far dormire i bimbi nel tardo pomeriggio. Perché poi si addormentino più tardi nella notte”, sottolinea il medico.