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Disfunzioni tiroidee in gravidanza

Mag 21
Scritto da Annamaria avatar

E’ bene controllare tutto durante la gravidanza. Soprattutto la tiroide. Le disfunzioni tiroidee che possono insorgere in gravidanza possono avere conseguenze disastrose, anche per il feto: aborto spontaneo, parto pretermine, alterazioni nello sviluppo neurologico.

disfunzioni tiroidee in gravidanza

La dott.ssa Caterina Premoli  lo sottolinea. Consiglia a tutte le donne che stanno pianificando una gravidanza o sono nelle prime fasi di gestazione di sottoporsi a un prelievo ematico per misurare il TSH-r.  Dopo i risultati potrebbe essere necessario dosare anche gli anticorpi anti Tg e gli anticorpi Anti-TPO, oltre a eseguire un’ecografia tiroidea. L’endocrinologa presso gli ambulatori Humanitas Medical Care di Monza, Assago e Murat a Milano spiega quanto sia importante il corretto funzionamento della tiroide in gravidanza, le disfunzioni tiroidee possono comparire all’improvviso. Meglio sempre prevenire.

“Durante la gravidanza, il corretto funzionamento della tiroide è fondamentale sia per la salute della madre che per quella del feto. Infatti, durante il primo trimestre di gravidanza, fino alle 18-20 settimane di gestazione (quando avviene la piena maturazione della ghiandola tiroidea fetale), il feto dipende dagli ormoni tiroidei materni, indispensabili per assicurare il suo corretto sviluppo, in particolar modo per la formazione del sistema nervoso centrale e l’apparato muscolo scheletrico”, precisa.

Elenca anche le disfunzioni tiroidee che possono insorgere in gravidanza:

·    Ipotiroidismo e tiroidite autoimmune. Colpisce circa il 2%-3% delle donne in età fertile (la causa principale è rappresentata dalla tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune della tiroide). E’associato ad un aumentato rischio di complicazioni nella gravidanza, nonché a effetti dannosi sullo sviluppo neurocognitivo fetale. Per questo, per garantire adeguati livelli di ormoni tiroidei al feto può essere necessario avviare una terapia sostitutiva mediante l’assunzione di ormoni tiroidei.

·    Carenza di iodio. Durante la gravidanza, il fabbisogno di iodio (un micronutriente indispensabile per la produzione degli ormoni tiroidei) aumenta fino a 250 μg al giorno. Per cui è opportuno iniziare prima della gravidanza (continuando per tutto l’allattamento) una supplementazione di 150 μg di iodio al giorno (oltre al normale uso di sale iodato).

·    Ipertiroidismo. Quello di tipo autoimmune colpisce circa lo 0.2% delle donne in gravidanza e richiede un trattamento specifico per tenere sotto controllo l’eccessiva quantità di ormoni tiroidei in circolo.

·    Tireotossicosi gestazionale transitoria. Anche qui si ha un eccesso di ormoni tiroidei circolanti, in questo caso dovuta a elevati livelli di betaHCG (un ormone prodotto dalla placenta). E’ più frequente nelle gravidanze gemellari e spesso si associa a iperemesi gravidica. Ma è limitata alla prima metà della gestazione e tende a risolversi spontaneamente senza conseguenze negative sul feto.

·    Tiroidite post-partum. E’ una forma di tiroide autoimmune che può presentarsi con una fase tireotossicosica (a causa del rilascio di ormoni tiroidei immagazzinati dalla ghiandola). Poi una successiva fase ipotiroidea e generalmente il ripristino di una normale funzione tiroidea entro la fine del primo anno post-partum. Si verifica in circa l’8% delle puerpere. Tuttavia, le donne che presentano autoimmunità tiroidea hanno un rischio da 5 a 7 volte maggiore di sviluppare una tiroidite post-partum.

·    Noduli tiroidei. Possono aumentare in numero e dimensioni per effetto trofico degli estrogeni, soprattutto in zone iodo-carenti. Per la diagnosi, viene prescritta alla paziente un’ecografia tiroidea. Consente valutare le caratteristiche e le dimensioni dei noduli e può essere eseguita anche durante la gravidanza. In caso di sospetto, può essere richiesto un agoaspirato per ottenere un campione citologico del nodulo.