In autunno è ottimo il magnesio

Per ricaricarsi in autunno è ottimo il magnesio. Mente concentrata ma anche corpo prestante. L’avvento del periodo autunnale necessita non solo di una salda lucidità mentale: anche dal punto di vista muscolare e fisico, dopo la ripresa settembrina, è fondamentale non affaticarsi. Attivo principe in tal senso è il magnesio: da anni conosciuto per il supporto a mente e corpo, è un minerale essenziale per più di 300 reazioni nel corpo e che, tra gli altri benefici, aiuta a ridurre la stanchezza e a riposare meglio.

La Humanitas sottolinea: “Il magnesio regola la pressione sanguigna, favorisce la sintesi proteica e fissa calcio e fosforo nelle ossa e nei denti. Il magnesio infine è preziosissimo perché aiuta a ridurre stanchezza e favorisce il rilassamento muscolare. Insomma, che si parli di ossa o di muscoli, di sistema nervoso o cardiovascolare, possiamo essere certi che il magnesio ha un ruolo in tutti quei processi che ci consentono di stare bene fisicamente e mentalmente”.
Il magnesio in autunno è ottimo per ricaricarsi e stare meglio. E’ presente in quasi tutte le categorie alimentari. Si ricorda però che gli alimenti ricchi di fibre sono una buona fonte di magnesio, è abbondante nei vegetali a foglia verde come la bieta e gli spinaci, ma anche in broccoli, cavoli, cavolfiori e carciofi. Non dimenticare i legumi (lenticchie, ceci, piselli e fagioli, soprattutto quelli neri), la frutta secca (noci, pistacchi, mandorle, anacardi), i semi, la frutta (pesche, fichi, banane, avocado), cereali integrali, cacao e cioccolato fondente. Anche se in minore quantità, il magnesio si trova pure negli alimenti di origine animale quali pesce, carne e latticini.
Se si è carenti, occorre integrare. Uno dei integratori di magnesio è quello di Cuure dall’alta biodisponibilità, ovvero assorbibile rapidamente e in elevate quantità dall’organismo. E’ prodotto in Francia. Contiene esclusivamente l’essenziale estratto di avena, con un additivo naturale al 100 %. E’ inoltre ben tollerato dal sistema digestivo: l’associazione di glicina e magnesio, infatti, aumenta in modo considerevole l’assorbimento intestinale di quest’ultimo. L’associazione con la Taurina e la vitamina B6 permette al magnesio di essere meglio l’assimilato, potenziandone gli effetti.
Utile da sempre sia sul fronte fisico e muscolare, sia su quello della reattività mentale, il magnesio ricopre un ruolo essenziale nel sistema nervoso. Agisce infatti sulla trasmissione degli impulsi nervosi. Lo studio francese SU.VI.MAX mostra che il 75% degli uomini e il 77% delle donne sono soggetti a un apporto nutrizionale inferiore a quanto raccomandato. Il corpo umano dispone, in media 25 grammi, localizzati principalmente nei muscoli e nelle ossa. Un buon motivo per integrare, soprattutto in autunno, quando tutto riprende: è ottimo.
4 regole per dimagrire

Per perdere peso “ci vuole una rivoluzione”, afferma Franco Berrino, medico ed epidemiologo italiano, direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto dei Tumori di Milano e fondatore dell’associazione La Grande Via. Al Corriere della Sera dà le 4 regole per dimagrire.
L’estate, si sa, è il tempo in cui si sta più attenti all’alimentazione: ma le 4 regole per dimagrire, non solo per vederci meglio ma soprattutto per rimanere in salute, valgono per tutto l’anno. Gli ultimi dati dell’Italian Barometer Obesity Report sono impietosi: gli obesi sono 6 milioni, circa il 12 per cento della popolazione adulta.
Le 4 regole per dimagrire sono semplici sa seguire. Anche se a volte non si pensa molto a come ci si alimenta.
La numero uno è masticare. “Numerosi studi hanno riscontrato che le persone sovrappeso non masticano, ma non permettono di concludere quale sia la causa e quale l’effetto. E allora, gli obesi ingurgitano il cibo senza masticare perché sono grassi o sono obesi perché non masticano? La seconda spiegazione è probabilmente quella corretta. Uno studio sperimentale che ha confrontato chi mastica 15 volte con chi mastica 40 volte ogni boccone ha riscontrato un diverso effetto sugli ormoni prodotti dal tubo digerente. Masticando a lungo lo stomaco produce meno grelina, l’ormone che stimola l’appetito. L’intestino, invece, produce più colecistochinina, l’ormone che tranquillizza il centro dell’appetito, e GLP1 (glucagon-like peptide 1), un ormone che abbassa la glicemia e aiuta a dimagrire. Più studi hanno riscontrato che masticando molto si riducono l’appetito e il desiderio di cibo”, scrive Berrino.
La seconda delle 4 regole per dimagrire è: cenare presto la sera. “Far passare almeno 14 ore fra l’ultimo pasto della giornata e la colazione del mattino consente di perdere peso. La cena leggera, inoltre, è importante. Ancora meglio sarebbe saltarla. Uno studio sperimentale condotto su donne sovrappeso sottoposte a una dieta lievemente ipocalorica ha mostrato che, pur mangiando esattamente le stesse cose nelle stesse quantità, chi faceva una cena leggera (solo 200 chilocalorie) e una colazione abbondante dimagriva, mentre chi faceva una colazione leggera (200 chilocalorie) e una cena abbondante non dimagriva. È bene mangiare di giorno e non di notte. Con l’invenzione della luce elettrica l’umanità ha perso l’abitudine di armonizzarsi con il ritmo del sole. Chi lavora di notte e anche chi dorme poco e male ha un rischio maggiore di ingrassare. Armonizziamoci con i ritmi della natura”.
La terza regola è quella che ci impone di mangiare cibi salutari, ossia che non fanno ingrassare. “Verdure, tutte fuorché le patate. Saziano molto con poche calorie. Cereali integrali, tutti, ma particolarmente il riso integrale, il più povero di proteine. Per il pane integrale attenzione che sia integrale vero, non farina bianca mescolata a crusca. Ottimi i pani integrali con semi di zucca, girasole, lino, sesamo, che riducono l’indice glicemico del pane. Quanto ai cereali per colazione, come i muesli, attenzione che non contengano zucchero o altri dolcificanti. La ricchezza di fibre dei cereali integrali da un lato sazia molto, dall’altro nutre i microbi intestinali benefici (un sano microbiota aiuta a non ingrassare)”, spiega Berrino.
“Legumi. Oltre al loro basso indice glicemico e alla ricchezza di fibre, contengono inibitori degli enzimi che digeriscono gli amidi, quindi rallentano la digestione e l’assorbimento del glucosio, di conseguenza l’impatto glicemico complessivo del pasto. Inoltre, inibiscono la lipasi pancreatica, quindi riducono l’assorbimento dei grassi. Sono tutte qualità ‘antinutrizionali’, ma in questi tempi di ipernutrizione sono particolarmente benefiche. Frutta, tutta ma moderatamente quella più zuccherina, come l’uva, i fichi e le banane. Noci, nocciole, mandorle, pistacchi. Pur essendo alimenti molto calorici, aiutano a non ingrassare. Piccole dosi di kefir, yogurt e verdure fermentate, per avere un microbiota efficiente”, precisa ancora il medico.
La quarta e ultima regola è: limitare alimenti che fanno ingrassare. “In particolare i cibi ‘ultralavorati’ dall’industria. Gli epidemiologi dell’Università di Harvard, in base ai loro studi sui lavoratori della sanità degli Stati Uniti, hanno stilato una classifica dei cibi che fanno ingrassare. Al primo posto ci sono le patatine, seguono le patate, le bevande zuccherate, le carni lavorate (hamburger, hot dog, salcicce e salumi), le carni rosse, i succhi di frutta non zuccherati, le farine raffinate, i dolciumi commerciali e il burro. Un pregiudizio diffuso anche fra i dietologi è che i carboidrati facciano ingrassare e le proteine facciano dimagrire. Non è così”, sottolinea il dottore.
“Nei nostri studi DIANA abbiamo ottenuto significative riduzioni di peso (mediamente 4 kg in 5 mesi) e miglioramenti metabolici aumentando, non diminuendo, i carboidrati, ma solo quelli integrali e i legumi, togliendo invece zuccheri, patate e farine raffinate, e riducendo le proteine animali. Nella nostra società consumiamo troppe proteine (circa il 16 per cento delle calorie che mangiamo, il doppio di quanto abbiamo bisogno) soprattutto troppe proteine animali, e più ne mangiamo più ingrassiamo. Solo le diete esageratamente iperproteiche (con il 40-50 per cento delle calorie sotto forma di proteine) fanno dimagrire, ma solo perché intossicano. Intossicando il centro dell’appetito si mangia meno. Chi fa queste diete, appena smette il consumo esagerato di proteine, ingrassa più di prima. Meglio mangiare il cibo dell’uomo: cereali integrali, legumi, verdura, frutta e solo occasionalmente carni”, conclude l’esperto.
Fertilità in estate aumenta

Lo sapevate che in estate la fertilità aumenta? La stagione calda favorisce il concepimento, quindi se state pensando di allargare la famiglia, datevi da fare.

In estate la fertilità aumenta sia nell’uomo che nella donna. Questo fa bene sia a chi vuole concepire un figlio naturalmente, ma pure a chi deve intraprendere un percorso di fecondazione assistita. “Sono molti e diversi tra loro i fattori positivi che l’estate dà alla fertilità: stare maggiormente all’aria aperta, avere a disposizione più facilmente cibi freschi e di stagione, la maggior durata delle ore di luce durante la giornata e il relax delle vacanze sono tutti elementi che aiutano a migliorare la propria capacità fertile”, spiega Cesare Taccani, ginecologo, specialista in Medicina della riproduzione del centro Next Fertility ProCrea di Lugano, parte del gruppo internazionale Next Clinics, all’AGI.
I motivi per cui la fertilità aumenta in estate sono svariati: “Con la bella stagione, normalmente stiamo più tempo all’aria aperta. Questo incide sulla nostra salute riproduttiva con almeno due fattori: aumentiamo l’esposizione al sole e questo ci permette di assimilare più vitamina D che è importante non solamente nel processo di maturazione dei gameti e quindi la qualità sia degli ovociti che degli spermatozoi, ma è assolutamente importante anche per l’endometrio perché aumenta la sua ricettività nei confronti dell’embrione. Inoltre, la vitamina D dà un importante apporto al sistema immunitario, riducendo gli ostacoli a una gravidanza e migliorando il processo di fecondazione”.
“Stando all’aria aperta si è propensi a fare più attività fisica che ha effetti benefici sulla salute in generale, ma anche e soprattutto sulla salute riproduttiva. è infatti bene ricordare che sedentarietà e peso eccessivo rappresentano degli elementi negativi per chi è alla ricerca di un figlio”, continua il dottor Taccani. E ancora: “In estate abbiamo maggiormente a disposizione frutta e verdura fresche che danno un apporto maggiore di acido folico e vitamina B, oltre che vitamina D: sono alimenti che, grazie a un’importante azione antiossidante, hanno effetti sulla fertilità apportando benefici nel processo di maturazione degli spermatozoi e degli ovociti. Questo vale anche per il consumo di pesce, per quanti hanno l’occasione di trascorrere del tempo al mare, o di frutti rossi, per chi preferisce la montagna”.
Pure il relax e i viaggi aiutano: ”Uscire dalla routine quotidiana permette di ridurre lo stress accumulato durante l’anno, inoltre il periodo delle ferie concede anche più tempo da dedicare all’intimità di coppia con la possibilità di aumentare le probabilità di una gravidanza. Questo vale anche per la fertilità. Gli effetti benefici dell’estate si ripercuotono anche nei mesi successivi sia nella donna ma soprattutto nell’uomo. Infatti, la spermatogenesi ovvero la completa rigenerazione degli spermatozoi avviene in circa 75 giorni. Quindi per i tre mesi successivi c’è un miglioramento della capacità fertile. Pertanto, è dimostrato che l’estate aiuta le coppie che vogliono affrontare un percorso di PMA anche nel periodo autunnale”.
Ricordate però qualche accorgimento. ”Il caldo eccessivo è un nemico della fertilità soprattutto nell’uomo influenzando negativamente la produzione degli spermatozoi. Inoltre, è bene ricordare che indossare abbigliamento stretto o tenere il costume umido per tutta la giornata, non fa bene. Frequentando ambienti affollati come le piscine può favorire lo sviluppo di candida e altre infezioni genitali”, sottolinea il medico. “In estate si tende a lasciarsi un pò andare e a concedersi qualche trasgressione in più. Non dimentichiamoci che alcol e fumo sono tra i principali nemici della fertilità. Quindi, anche se siamo in ferie, meglio evitare gli eccessi”, precisa ancora.
8 abitudini che allungano la vita

Noi mamme, ma pure i papà, siamo sempre un po’ stressati, presi dagli impegni quotidiani. E ci facciamo prendere dall’ansia. Sappiate che tutto questo è pericoloso. Eppure ci sono 8 semplici abitudini che allungano la vita.

Un indagine dello specialista in scienze della salute per il Million Veteran Program al VA Boston Healthcare System, Xuan-Mai Nguyen, con uno studio ha mostrato a tutti come con 8 abitudini si possa stare meglio: sono quelle che allungano la vita. Ha presentato la ricerca durante il convegno “Nutrition 2023“, il meeting dell’American Society for Nutrition che si svolge a Boston.
Quali sono queste 8 abitudini che allungano la vita (lo studioso dice di ben 24 anni in alcuni casi, in altri 18)?
Fare attività fisica in maniera costante e regolare. Per assurdo è proprio quando si è più stanchi e spossati il miglior momento per allenarsi: il corpo così scarica tutta la tensione. Nel 46% dei casi l’attività fisica contribuisce a ridurre il rischio di mortalità.
Non fare uso di droghe. Non essere dipendente da droghe riduce il rischio di morte, anche precoce, del 38%.
Non fumare: il rischio di mortalità diminuisce del 29%.
Vivere senza stress: saperlo gestire riduce del 22% le morti precoci.
Mangiare frutta e verdura ogni giorno. Se si consuma quotidianamente 1/2 porzioni di frutta e altrettante di verdura la riduzione della mortalità si attesta intorno al 21%.
Limitare drasticamente l’alcol: il rischio di mortalità è del 19% in meno.
Aver cura del proprio sonno: il sonno di qualità riduce del 18% il rischio di morte precoce.
Coltivare rapporti e amicizie: le relazioni positive fanno bene alla salute e allungano la vita del 5%
Dieta Planetaria

La corretta alimentazione è un pilastro della salute in tutto il mondo, ma nello stesso tempo regimi scorretti causano 8 milioni di morti l’anno nel mondo. Sono tanti quante le morte causate dal tabacco, il che rende conto dell’impatto che diete sbagliate possono avere sulla salute a breve, medio e lungo termine. La giusta combinazione di alimenti e nutrienti ha un impatto sul DNA e permette di ‘accendere’ geni protettivi. Come? Ad esempio rispetto al cancro, mentre vale allo stesso tempo l’assunto contrario, ossia l’accensione di oncogeni capaci di innescare patologie. Per questo gli esperti parlano sempre più di dieta planetaria.
“Abbiamo davanti agli occhi la chiave per diminuire l’impatto delle principali cause di morte e cronicità. Promuovere ed adottare stili alimentari planetari, di tipo mediterraneo, più semplici, basati su alimenti freschi e non processati. Cibi locali e coltivati in modo sostenibile, così come hanno sottolineato il DG dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus e il Ministro della Salute Orazio Schillaci al Vertice sui Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite che si è appena concluso alla FAO. Eppure l’impatto della nutrizione è ancora sottovalutato ‘in salute e in malattia’”, sottolinea il Professor Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC.
“Nel Report emerso dal Forum Nutrendo 2023 abbiamo riscontrato che nel 24% dei Corsi di Medicina e Chirurgia non esiste alcun riferimento all’insegnamento dello screening nutrizionale. Mentre la Malnutrizione per difetto non è trattata nel 20% dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia”, aggiunge.
“Lo stato nutrizionale dei pazienti oncologici, ad esempio, non è ancora adeguatamente considerato come fattore di rischio. Eppure, la perdita di peso e massa muscolare (presente nel 50% al momento della diagnosi in questa classe di pazienti) è strettamente collegata all’interruzione delle terapie, fragilità e mortalità evitabile”, precisa ancora l’esperto.
“Nel 2019 la Commissione EAT della rivista Lancet ha proposto un modello alimentare sostenibile. Sia per la salute che per la tutela dei suoli e dell’ambiente in termini di emissione dei gas serra. Proprio pochi giorni fa sono stati presentati i risultati dell’applicazione del Planetary Health Diet Index a due coorti di 100mila uomini e donne americani seguiti dal 1986 al 2018. L’indice ha lo scopo di misurare gli effetti delle scelte alimentari sulla salute e sull’ambiente. Si è osservato che alla maggiore adesione alla dieta Planetaria corrisponde un rischio di morte inferiore del 25% per 4 cause. Quali? Cancro, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative e respiratorie”, spiega il Professor Alessio Molfino, del Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione della Sapienza Università di Roma.
“Più nel dettaglio. L’adesione ad un regime di Dieta Planetaria ha mostrato una diminuzione del rischio del 15% per cancro. Pure del 20% per le patologie neurodegenerative e del 50% per quelle respiratorie. Con un netto vantaggio rispetto alla cronicità, che è in tutto il mondo occidentale la sfida della sanità del futuro”, chiarisce.
La dieta planetaria rispetta tradizioni locali e preferenze. Il modello Planetary Diet, è semplice. Caratterizzato da una varietà di alimenti vegetali di alta qualità e basse quantità di alimenti a base animale, cereali raffinati, zuccheri aggiunti e grassi malsani, è progettato per essere flessibile. Per adattarsi a situazioni locali e individuali, tradizioni e preferenze dietetiche. L’adozione globale di questa dieta sanitaria planetaria fornirebbe importanti benefici per la salute. Gli studi di modellazione mostrano che tra 10,9 e 11,6 milioni di morti precoci potrebbero essere evitate ogni anno. Una riduzione dal 19% al 23,6% rispetto agli attuali tassi di mortalità degli adulti .
“Rispetto alle diete attuali, questo cambiamento richiederà che il consumo globale di alimenti come la carne rossa e lo zucchero diminuisca del 50%. Mentre il consumo di frutta, noci, verdura e legumi deve raddoppiare. E’ intuibile come tutto ciò debba comportare notevoli investimenti nella ricerca di fonti alimentari ‘alternative’ nell’ottica della sostenibilità ambientale e della sicurezza alimentare”, conclude Muscaritoli.
Irritazioni intime estive

Con l’estate e il forte caldo, tutto ciò che si desidera è trascorrere le proprie giornate in totale relax, magari rinfrescandosi al mare o in piscina. Questi luoghi di benessere possono, tuttavia, diventare anche situazioni ideali per la diffusione di batteri e funghi nelle zone intime, poiché proliferano più facilmente a causa delle alte temperature, dell’afa e dell’umidità. I rischi sono irritazioni, bruciori o infezioni intime estive che possono verificarsi in donne, uomini e bambini, indipendentemente da sesso ed età.

Le cause di queste irritazioni intime estive sono da ricercare non soltanto nel calore. Fattori che aumentano la probabilità di sviluppare irritazioni e problematiche intime sono l’eccessiva sudorazione. E ancora: la sabbia, l’utilizzo di indumenti troppo aderenti come i completi sportivi, l’acqua di mare, il cloro. Indossare un costume bagnato o umido per un tempo prolungato fa male. Idem per la scarsa igienicità di luoghi pubblici (soprattutto i bagni di stabilimenti balneari, gli spogliatoi e le docce in spiaggia), una insufficiente idratazione, nonché problemi del colon, come stitichezza e diarrea. Anche la menopausa può incidere su bruciori e pruriti intimi. I cambiamenti ormonali in atto modificano l’ambiente vaginale, riducendone la capacità di difesa da batteri e germi. Da tenere d’occhio soprattutto i più piccoli, che, divertendosi sul bagnasciuga, sono più a contatto con sabbia e sale e fanno poca attenzione allo stimolo della pipì.
Chi è soggetto a irritazioni o infezioni intime estive può incorrere in sintomi quali prurito, bruciore, dolore interno ed esterno, perdite e, per le donne, secchezza vaginale. Se il fastidio si traduce in sofferenza e in grave disagio, diventa fondamentale rivolgersi ad un ginecologo o ad un urologo. In questo modo si può intervenire e risolvere quanto prima la problematica in questione.
Prevenire e alleviare il problema delle irritazioni da spiaggia è possibile, con alcuni piccoli ma importanti accorgimenti. Rimanere idratati è la prima cosa, bevendo almeno 2 litri d’acqua al giorno. Dopo ogni bagno in mare o in piscina si raccomanda di sciacquarsi con acqua dolce, cambiando poi dopo il costume bagnato con uno asciutto e pulito. Meglio, inoltre, non riporre il bikini umido in un sacchetto, in quanto si creano condizioni che favoriscono lo sviluppo di germi. L’ideale è lasciarlo asciugare al sole.
Soprattutto per donne e bambini, è preferibile evitare di sedersi direttamente su sabbia, battigia, sedie, muretti, sdraio o lettini. E’ opportuno utilizzare prima un telo o un asciugamano. Quest’ultimo non va mai scambiato con amici, così come indumenti e costumi. Data la zona molto delicata, meglio moderare l’uso di salva slip. Cambiare con più frequenza assorbenti interni e, quando non si è al mare, indossare biancheria possibilmente 100% cotone. Preferire quella di colore bianco, in modo da assicurare protezione e freschezza.
Ultima, ma non meno importante, raccomandazione è avere un’igiene intima costante, ricorrendo a detergenti intimi delicati, con pH leggermente acido e clinicamente testato. Come EuTylia Detergente Intimo, con proprietà protettive, lenitive e idratanti per l’igiene intima quotidiana femminile e maschile. Grazie ad ingredienti di origine naturale, tra cui l’Olio di Argan, il Tea Tree Oil e l’Acido Lattico, EuTylia Detergente Intimo è utile soprattutto in ambito ginecologico. Si può usare in gravidanza, nel puerperio, nel periodo mestruale e in pediatria, in caso di arrossamenti e dermatiti.
Vademecum per futuri genitori

Ci sono modi giusti per affrontare una gravidanza e il post partum. E’ necessario mantenere innanzitutto la calma. La Dottoressa Laura Beretta, psicoterapeuta della Humatitas, con il suo vademecum per futuri genitori regala consigli utili a chi sta per avere un bambino.

La gravidanza e il post parto possono avere un impatto destabilizzante e portare a sofferenza psicologica, proprio per evitare che insorgano problemi mentali, sintomi depressivi, lievi o anche molto gravi meglio affidarsi agli esperti. Il vademecum per futuri genitori cerca di suggerire le 10 cose importanti da ricordare a chi sta vivendo il periodo della gravidanza e del post parto.
E’ chiaro che se ci si accorgesse che qualcosa non va il consiglio principale è quello di rivolgersi immediatamente a uno specialista, ma il vademecum per futuri genitori è senz’altro utile:
1) L’esperienza nascita è fisiologicamente complessa
2) È necessario prendersi cura del proprio benessere mediante sonno adeguato, attività fisica moderata e supporto sociale positivo
3) Il supporto emotivo e pratico del partner è uno dei più significativi fattori di protezione
4) Anche i padri possono stare male
5) Partecipare a corsi pre-parto, corsi di allattamento o altre iniziative di gruppo rivolte ai genitori può essere di grande aiuto
6) Il confronto con uno psicologo durante la gestazione è sempre utile per sfruttare a pieno le potenzialità evolutive di questo importante passaggio di vita
7) Non sottovalutare eventuali segnali o manifestazioni di disagio psicologico
8) In caso di dubbio o certezza di disagio psicologico meritevole di attenzione clinica, rivolgersi ad un professionista. In modo da tutelare sé e il bambino
9) In situazioni di psicopatologia materna o paterna l’approccio di cura deve coinvolgere anche il partner e supportare la relazione madre-padre-bambino
10) Le possibili conseguenze della psicopatologia materna del bambino non sono inevitabili. Un intervento di cura tempestivo sui genitori riduce la possibilità di trasmissione inter-generazionale e può mitigare l’effetto dell’impatto della psicopatologia sulla prole.
Sesso incinta: parla l’esperto

Il sesso incinta continua a scatenare la curiosità. Eppure è la cosa più naturale del mondo avere rapporti intimi durante la gestazione. Finalmente parla l’esperto, il dottor Diego Riva, ginecologo, urologo e sessuologo di Smart Clinic del Gruppo San Donato.

Il sesso quando si è incinta può subire bruschi stop, soprattutto perché l’immagine della donna amante viene spesso sostituita da quella della donna ‘madre’. L’esperto parla a La Gazzetta dello Sport di quel che può accadere al partner. E chiarisce: “Queste due immagini sono assolutamente sovrapponibili e complementari, in quanto l’una non esclude l’altra. Però è innegabile che l’esperienza della gestazione porti con sé un vissuto del tutto nuovo, soprattutto se la gravidanza è stata cercata con un’assiduità che ha introdotto dello stress nella sfera della sessualità”.
Il sesso incinta a volte viene messo in secondo piano. Ma i rapporti intimi con penetrazione, non sono proibiti. L’esperto parla di una gestazione senza problemi. Poi precisa: “Al contrario, di fronte a un decorso della gestazione non fisiologico, in particolare in presenza di una minaccia d’aborto oppure di un parto prematuro, è opportuno astenersi dai rapporti sessuali. In questi casi, il pericolo è rappresentato non soltanto dal trauma diretto, ma anche dalle contrazioni uterine favorite dalla relazione intima”.
Durante il primo trimestre si possono adottare tutte le posizioni, nel secondo e terzo, invece, quella dell’uomo che sovrasta la donna andrebbe evitata. “Se prima della gravidanza la coppia era solita avere rapporti sessuali molto lunghi e contraddistinti da orgasmi multipli, probabilmente in questa fase della vita dovrà rivedere le proprie abitudini, optando per rapporti più brevi e più soft”, sottolinea il dottor Riva.